9 MAGGIO: come il “Peppinismo” uccide Peppino Impastato
Diciamocela tutta, noi che siamo vecchi e brontoloni, senza mancu nascere a vedere scorrere su fb immagini pubblicate su e di Peppino associato indistintamente a frasi tratte dal film, da libri scritti su, da pubblicità per gli occhiali…a vederlo accostato a parole come angelo, giornalista, giullare e via dicendo…storciamo il naso con stizza e borbottiamo…qualcuno ci ha insegnato e sempre ricordato l’importanza della diffusione della storia di Peppino Impastato che seppur piano piano distorta, addolcita, edulcorata, epurata, depoliticizzata ha portato giovani, vecchi, bambini ad emozionarsi e immedesimarsi.
Questo qualcuno Peppino lo ha conosciuto, come tanti a Cinisi, e soprattutto ha lottato con Peppino e ha continuato senza Peppino e senza telecamere per decenni. Questo qualcuno a noi giovani che 15-16 anni fa ci avvicinavamo a Cinisi e che progressivamente ci sentivamo scippati di un compagno a vederlo stampato nelle tazze in dei banchetti che sembravano lì per una festa di paese…una cosa fondamentale ci ha insegnato che questa come tutte le storie di emancipazione e di lotta sono collettive e politiche.
A noi che storcevamo il naso per lo “scout” che chiama Peppino “angelo”, ci hanno insegnato ad accoglierlo e a restituirgli una memoria viva di Peppino che è tale solo perché continua nelle lotte. Questa storia di espropriazione di memoria ieri mostra dei segni inequivocabli.
Questi compagni, ieri mentre donavano l’ennesima dimostrazione di dignità sono stati trattati come sporchi guastafeste proprio come veniva trattato Peppino.
Per l’inaugurazione della biblioteca comunale di Cinisi in presenza del sindaco del comune e vari altri, si sono presentati inizialmente in serafico silenzio con dei cartelli per chiedere il ritiro di una delibera comunale che li espropria di una parte della casa confiscata a Tano Badalamenti. Hanno chiesto che il sindaco prendesse responsabilità pubbliche nei loro confronti: quest’ometto con la fascia tricolore perde le staffe e si permette di urlare che lui è lì in nome di Peppino e che queste dimostrazioni pubbliche “sono solo indianate”.
Sembrava incredibile la serenità con la quale personaggi che godono di riflettori sulla carne e il sangue di Peppino disconoscessero la sua storia e gli occhi dei suoi compagni.
L’antimafia del “peppinismo” ha creato un’immagine di Peppino, come di altri eroi isolati, che progressivamente hanno soppiantato quello che Giuseppe Impastato è stato realmente. Il sindaco che sbraitava in nome di Peppino non aveva tutti i torti..quello che ha visto stampato nelle tazze è il suo Peppino: un’icona.
Questo è un fatto collettivo e politico di cui tutti abbiamo la responsabilità che ci prendiamo volentieri sostenendo la rivendicazione attuale dell’Associazione Peppino Impastato di ritirare la delibera comunale.
ALL’ASSOCIAZIONE PEPPINO IMPASTATO va tutta la nostra solidarietà ed il nostro invito a continuare nel nome di Peppino.
STAY TUNED STAY REBEL!