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Alcune domande alla sinistra palermitana (o a ciò che ne resta)

6 risposte

  1. Dario Meli ha detto:

    Perchè nessuno dice che probabilmente 5.000, se non 8.000 dei 30.000 voti espressi alle primarie di Palermo, sono pilotati dal presidente della Rgione Raffaele Lombardo per togliersi dai piedi la Borsellino?

  2. Luigi ha detto:

    Avrebbe fatto prima il Signor Di Gesù a scrivere un manifesto con la sua faccia e sotto scritto IO VOTO FERRANDELLI… Ma per piacere…

  3. Fabrizio ha detto:

    17. Riuscirete mai a distinguere le opinioni e le azioni di Leoluca Orlando e Claudio Fava da quelle di tanti cittadini palermitani, del centro, delle borgate e della periferia, poveri e ricchi, studenti, dirigenti, operai e disoccupati, votanti e supporters di tutti e quattro i candidati, che recandosi al seggio domenica hanno notato strane macchinazioni a senso unico verso un solo candidato? Se Orlando è ancora Orlando è solo grazie agli antiorlandiani, molti dei quali suoi ex figliocci.

  4. gioacchino muscato ha detto:

    Condivido le domande e aspetto le risposte! …ma dubito che ne arriveranno tante!

  5. giancarlo ha detto:

    le risposte a tutte queste domande sono anche la spiegazione implicita del perchè molto spesso non siamo nè convincenti nè vincenti,manca ancora una domanda che per motivi scaramantici chiameremo 16bis, come mai nessuno si stupisce che a Palermo imperversa un vecchio trombone già trombato da Cammarata senza che nessuno gli dica di farsi una ragione che Palermo di lui si è stufata?

  6. Paolo Greco ha detto:

    …per una politica che sia cultura tradotta in politica…

    Cultura è verità che si sviluppa e muta; e si sviluppa, muta non solo grazie ai mutamenti concreti del mondo e grazie alle esigenze di mutamento che si presentano nel mondo, ma grazie anche al suo proprio impulso per cui essa “è” nella misura in cui un tale impulso, ovvero nella misura in cui non si placa, non si soddisfa, non si cristalizza in possesso e sistema. Essa è la forza umana che scopre nel mondo le esigenze di mutamento e ne dà coscienza al mondo. Essa, dunque, vuole le trasformazioni del mondo. Ma aspira, volendole, ad ordinare il mondo in un modo per cui il mondo non ricada più sotto il dominio di un interesse economico, o comunque di una necessità, di un automatismo, e possa al contrario identificare il proprio movimento con quello della ricerca della verità, della filosofia, dell’arte, insomma della cultura stessa. Così la cultura aspira alla rivoluzione come a una possibilità di prendere il potere attraverso una politica che sia cultura tradotta in politica, e non più interesse economico tradotto in politica, privilegio di casta tradotto in politica, necessità tradotta in politica. […]

    (dalla lettera di Vittorini a Togliatti sul “Politecnico”)

    questo il vero motivo del fallimento delle Primarie a Palermo.troppo diverse le posizioni dei candidati su questi delicatissimi temi.

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