Bersani a Portella. Due parole ai “compagni” del Pd.
Per l’ avventore che ieri, giornata del primo maggio, festa dei lavoratori, si fosse voluto appropinquare in quel di Portella della Ginestra a rendere omaggio ai caduti e ai reduci di quella che fu la prima strage di connivenza tra mafia/stato/servizi segreti stranieri ai danni di lavoratori organizzati con una chiara visione politica del loro ruolo nel mondo, lo spettacolo che si sarebbe schiuso ai suoi occhi sarebbe stato sufficiente a fare perdere le staffe anche al più pacato dei bonzi pacati. L’avventore avrebbe infatti scoperto che una fetta importante dell’organizzazione della giornata era composta dai rappresentanti locali del Pd. Lo stesso Pd che ha introdotto il precariato del lavoro in Italia. Lo stesso Pd che per primo ha massacrato pensioni e pensionati. Lo stesso Pd che ha votato il finanziamento a tutte le guerre sputando sulla memoria di Pio La Torre che ha lottato contro le basi NATO ed è morto ANCHE per questo. Lo stesso Pd che appoggia il mafioso Lombardo alla Regione Sicilia. Lo stesso Pd che appoggia il governo Monti, espressione della Trilaterale e della Goldman Sachs che per ordine delle banche sta rottamando l’Italia e i suoi lavoratori. Lo stesso Pd che ha votato per l’inserimento del pareggio di bilancio in costituzione.
Se il nostro avventore si fosse rivelato dallo stomaco d’acciaio e dai nervi più saldi di un monaco tibetano che abbia già raggiunto il nirvana e avesse per questo deciso di non scappare a gambe levate o di non saltare alla giugulare di uno a caso degli organizzatori, ma avesse avuto la forza d’animo di proseguire, avrebbe potuto assistere ad una splendida campagna elettorale dei candidati a sindaco legati, in vario modo, al Pd effettuata all’interno della Casa del Popolo e diffusa all’esterno a mezzo di microfono e altoparlante. Se anche a questo punto il nostro avventore, che ormai dobbiamo ipotizzare avvezzo a separare uno ad uno i chicchi di sabbia neri da quelli bianchi di una spiaggia intera senza scomporsi quando alla prima raffica di vento il suo lavoro venisse vanificato, fosse riuscito a non dare di stomaco, gli sarebbe presto arrivato il colpo di grazia riconoscendo la voce del segretario del partito Pd in persona, Bersani, uscire dallo stesso microfono e dagli stessi altoparlanti e blaterare di lavoro giovanile e disagio sociale.
Fa male sentirsi tacciare dell’epiteto di “provocatori” da chi quei morti avrebbe dovuto difendere e rispettare. Abbiamo contestato Bersani (e non eravamo né in 15 né in 30 ma molti e molti di più) e così facendo abbiamo difeso la dignità di quei morti che ci avete accusato di infangare, di non rispettare. Avete permesso che defecassero sulla loro memoria, che venissero a farsi campagna elettorale lavandosi la bocca parlando di lavoro, mentre da 20 anni il lavoro lo distruggono, lo massacrano. Oggi la politica di Monti miete un suicidio al giorno. E Bersani non batte ciglio. Non mi basta più la considerazione del fenomeno (molto diffuso in Emilia Romagna e nelle storiche “roccaforti rosse” di una volta, come Piana degli Albanesi) della fedeltà al partito. Del “fedeli alla linea”. Quel partito non esiste più. E il Pd non ne ha raccolto alcuna eredità. Il Pd oggi è il nemico. Se non ve ne rendete conto in fretta rischiate di diventare il nemico voi stessi.
Non preoccupatevi “compagni” del Pd. Verremo ancora e poi ancora a difendere la dignità dei morti di Portella. Chissà che non ci riesca di difendere e salvare anche la vostra.
(Alabriola)
Comunque la si pensi, appare d’una sconsolante miseria la figura d’un segretario nazionale che fa il comizietto al chiuso d’una casa del popolo, trincerato tra i soli iscritti e beffardamente audiodiffuso con un megafono tra le orecchie infastidite dei contestatori. Sbiadita e blasfema fotocopia monocroma di ciò che un segretario d’un partito di massa dovrebbe essere, pusillanime uomo difeso da signorotti locali e nerborute guardie del corpo, occupante abusivo di luoghi e simboli su cui sputa quotidianamente. Ricorderò per sempre la marionetta della finanza mondiale con un volto a metà tra il sinceramente spaurito e il tronfio esser certo di stare dalla parte dei potenti. Fossi un militante del PD avrei preteso che il segretario nazionale zittisse tutti, che dimostrasse le proprie ragioni, la propria forza, la propria violenta egemonia politica…per fortuna ero tra chi contestava.
Non c’è alcun rapporto tra la politica di oggi del PD e la storia del movimento operaio e contadino siciliano. Il PD di oggi appoggia il governo Lombardo in Sicilia ed il Governo Monti a Roma. Condiziona pesantemente attraverso il controllo dei funzionari della CGIL la politica del sindacato, Una politica che induce alla moderazione che si vende ieri assieme ad Epifani oggi con la Camusso alla Confindustria italiana. Oggi è andato al al di la del rapporto con la borghesia e pratica uno scambio con la destra italiana. Non escludo che andrà alle prossime elezioni politiche con un accordo elettorale con il PDL ed il Terzo Polo. Sulla celebrazione di Portella della Ginestra rivendica una sorta di esclusiva che ieri era del PCI e che oggi vorrebbe e pretende come PD, L’ultimo oratore non comunista a parlare dal Sasso di Barbato era il segretario socialista della camera del lavoro di san giuseppe iato. Era il 1947. Da allora nessun dirigente nazionale o locale non comunista della CGIL ha mai potuto ricordare i martiri della prina strage di Stato. Non possiamo accettare che Portella diventi soltanto “memoria” del movimento e la sua celebrazione una sorta di gita come quelle che gli studenti fanno ai musei. I valori di Portella vivono nella sinistra che ha preso le distanze dal PD e dalla stessa CGIL che ieri a Rieti a fronte della tempesta che si è abbattuta sull’Italia si è limitata a chiedere una mancia di meno di cinqua euro di detassazione dalle 13!!
Vi esorto a rivendicare come vostra l’eredità di Portella ed a custodirne la memoria.
Pietro Ancona, già segretario generale della CGIL siciliana