CRONACHE DI RESISTENZA FERROVIARIA “Ci scusiamo per il disagio”
PIOLTELLO ORE 6,57
“CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO”
CRONACHE DI RESISTENZA FERROVIARIA
Ancora una volta registriamo un altro disastro ferroviario, che come spesso accade colpisce il trasporto pendolare, quello che negli ultimi anni ha subito pesanti tagli negli investimenti e soprattutto nella qualità dei servizio ( treni obsoleti e sovraffollati, corse annullate, abbonati su tutte le furie e proteste continue).
La cronaca ci racconta del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi che alle 6,57 di stamattina è deragliato, dopo la stazione di Pioltello: i morti sono tre, i feriti più di cento. La terza carrozza del convoglio si è accartocciata su se stessa dopo essere finita fuori dai binari: come al solito si è aperta una inchiesta per disastro ferroviario ma le colpe di questa ennesima tragedia sono di chi ha creato negli ultimi anni terra bruciata sugli investimenti nel traffico pendolare.
Neanche a farlo apposta, l’anno scorso scrivevamo un articolo sul libro inchiesta “Ci scusiamo per il disagio” di due giornalisti Gerardo Adinolfi e Taglione, che metteva a nudo l’origine dei disservizi ferroviari, dove l’Italia è un paese a due velocità, con investimenti cospicui sui treni ad alta velocità e riduzioni continue sul traffico pendolari. L’inchiesta poi analizzava anche il divario tra NORD e SUD: una nazione dove i 3 milioni di pendolari che ogni giorno si spostano per andare a scuola, all’università od al lavoro sono ostaggio delle scelte scellerate di chi dovrebbe garantire un servizio pubblico efficiente. Da Milano alla Puglia, passando per le linee dismesse in Sicilia e Calabria, il quadro che veniva fuori era allarmante: i ferrovieri (macchinisti, bigliettai e capotreno) che ogni giorno rischiano la vita per garantire un minimo di servizio, se osano protestare rischiano il licenziamento.
I pendolari poi sono le vittime sacrificali di questo strano destino a cui si assiste solo in Italia; chi garantisce ogni giorno ed ogni mese in contanti la sopravvivenza delle Ferrovie Italiane, subisce però la vergogna di viaggiare su treni inadeguati e pericolosi; i governi che negli ultimi anni si sono avvicendati hanno proseguito con la politica di grandi investimenti sull’Alta Velocità e di misere elargizioni sul trasporto pendolare. Sono considerazioni che i comitati pendolari, i sindacati come l’ORSA, Lega Ambiente hanno sempre fatto ma in nome del progresso dopo ogni tragedia, Viareggio, Puglia ed in ultimo questa di Milano sono rimaste solo carta straccia.
Il dossier di Lega Ambiente “Pendolaria” 2017, dimostrava senza alcuna possibilità di contraddizione come sull’Alta Velocità ogni giorno viaggiano 170.000 mila persone a fronte dei 2,77 milioni di passeggeri che viaggiano sui treni pendolari; tuttavia le corse di treni ad alta velocità sono aumentati del 75% negli ultimi 7 anni mentre quelle di treni pendolari si sono ridotte del 26,5 %. A parte quindi l’Alta Velocità manca quindi una strategia di sviluppo complessivo. Quindi è inutile discutere su quante siano le linee disastrate delle ferrovie italiane dalla Roma-Lido alla Circumvesuviana di Napoli, dalla Verona Rovigo alla Genova-Savona-Ventimiglia per non dimenticare la Palermo-Agrigento e la Bari-Corato-Barletta.
La linea Milano-Cremona non sappiamo se era su questa lista ma già l’anno scorso a luglio, un regionale era andato fuori binario, finendo sulla massicciata; sette mesi fa i 250 passeggeri erano stati più fortunati. Da allora ad oggi chi doveva fare la manutenzione, forse è stato licenziato o l’appalto è ancora itinere; come tutte le tragicomeddie italiane, adesso ci sarà una corsa a scaricare le responsabilità e si troverà il solito capo espiatorio.
La nostra nazione ha bisogno sempre di più, di nuovi partigiani, per organizzare una resistenza ferroviaria popolare e radicale; ne va della nostra stessa sopravvivenza.
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