“Malacarne” di Consuelo Cagnati e Andrea Maurizi, Regia di Consuelo Cagnati
Trentaquattro anni fa, il 9 Maggio 1978, Peppino Impastato moriva per mano mafiosa sulla linea ferroviaria Trapani-Palermo, presso Cinisi, il suo paese natale. Peppino si era ribellato alla sua famiglia e al potere mafioso di Gaetano Badalamenti, il bosso che teneva sotto scacco quel lembo di terra tra Montagna Longa e Punta Raisi.
L’azione di Peppino avveniva attraverso i microfoni di Radio Aut, l’emittente di controinformazione da lui stesso fondata e gestita insieme a un gruppo di ragazzi accomunati dal suo stesso desiderio di legalità.
Giorgio Di Vita, che conobbe Peppino e condivise con lui e con gli altri compagni l’esperienza della radio nell’estate del ’77, ha raccontato quei fatti, ma anche il clima politico e sociale di quell’ultimo scorcio degli anni Settanta, in un libro di memorie edito nel 2010 da Navarra Editore. Oggi quel libro diventa uno spettacolo teatrale. Uno spettacolo che è anche un’occasione in più per parlare di antimafia, della questione dell’ambiente e della legalità.
Lo spettacolo “Malacarne” vuole raccontare la storia di Peppino Impastato, non solo attraverso le voci originali di Radio Aut, ma anche attraverso le testimonianze recenti dei suoi compagni, da noi raccolte in varie interviste e incontri. Il testo ci è stato supervisionato da Salvo Vitale (conduttore, insieme a Peppino, della trasmissione satirica “Onda Pazza”) in modo da tradire il meno possibile la realtà dei fatti e lo smarrimento dei pensieri.
La storia inizia dalla testimonianza di Laura (Consuelo Cagnati) che, dopo aver visto la nascita di Radio Aut e dopo essere emigrata al Nord, decide di tornare a Cinisi dopo trent’anni, per vedere cosa è rimasto della sua esperienza. Dal suo vagare notturno per le strade autunnali e deserte della Sicilia affiorano i ricordi… I flashback ci riporteranno in quegli anni, e ci faranno rivivere l’entusiasmo, l’urgenza, la necessità e soprattutto l’originalità di una lotta alla mafia portata avanti con mezzi mai usati prima: il teatro, la satira, la controinformazione nata dal basso.
Onda Pazza verrà ritrasmessa attraverso i documenti audio originali che sono arrivati fino a noi, miscelati, nell’azione scenica, ad un Peppino Impastato (Andrea Maurizi) che dovrà essere capace di emergere da quelle parole in tutta la sua umanità e con tutte le sue dolorose contraddizioni. Un Peppino Impastato a volte trascinatore, a volte disperato, ma sempre coerente, sempre trafitto da una costante urgenza di dover cambiare le cose, sempre trascinato da un totale bisogno di libertà.
A contrasto con l’azione dei ragazzi di Radio Aut ecco emergere da dietro le persiane chiuse, con una naturale e quasi inconsapevole violenza, le voci di un paese che, incapace di ribellarsi e spaventato da tanta libertà, giudica attraverso i suoi proverbi quel disperato e naturale bisogno di coerenza e di verità che segnava l’agire di Peppino e dei suoi compagni.
Questa storia è accaduta più di trent’anni fa, ma è oggi più attuale che mai, perché la Mafia c’é, c’é (quasi) da sempre: è mimetizzata all’interno dei partiti politici, è nelle grandi società di affari al sud e al nord, valica i confini regionali, nazionali ed internazionali. La Mafia la troviamo ovunque, in ogni ambiente ed in ogni strato sociale, come fatto culturale che vive nella mente delle persone, come modalità di pensiero.
Malacarne è uno spettacolo che non vuole indignare, ma che vuole fare del ricordo uno stimolo ad una lotta quotidiana che sia coerente in ognuno di noi.
Una riduzione dello spettacolo è andata in scena in occasione del trentatreesimo anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, durante il 10° Forum Sociale Antimafia, nella casa di Gaetano Badalamenti confiscata alla Mafia.
La versione completa dell’opera verrà messa in scena durante il Forum Sociale Antimafia 2012.