Minchiata #38 – Piazza della Loggia: Giustizia è fatta!
Minchiate. Spigolature di un compagno scomodo
Rubrica a cura di Salvo Vitale
Piazza della Loggia: giustizia è fatta!!!
Non è successo niente. Tutti assolti i fascisti autori della strage di Piazza della Loggia. E non mi dicano che non c’erano prove. La sentenza non lascia sgomenti: ormai ci siamo abituati. Da Piazza Fontana, all’Italicus, e, se vogliamo partire da più lontano, da Portella della Ginestra, non è stato mai individuato il manovratore, colui e coloro che hanno calpestato la democrazia per portare avanti rinascite fasciste e interessi economici dei soliti gruppi di riccastri che da sempre hanno governato l’Italia.
E per completare la beffa, i parenti delle vittime si pagheranno pure le spese processuali. Come già a Piazza Fontana. Cornuti e mazziati. E’ la pena che viene data a chi chiede giustizia.
Si possono quindi eseguire tranquillamente stragi di civili, anche con la partecipazione dello Stato, senza commettere il minimo reato e senza subire pene. Organizzatevi, prima che salga troppo il costo del tritolo.
Nota Bene: Se pensiamo all’annullamento della sentenza per Dell’Utri, alle varie prescrizioni e assoluzioni di Berlusconi, di Calogero Mannino, di Andreotti, alle assoluzioni per gli assassini comprovati di Piazza Fontana, ai carceri domiciliarii assegnati al più ricco della Sicilia, Michele Aiello, perché ammalato di “favismo”, (forse in carcere si mangiano solo fave!!!) e per non allungarla troppo, agli infiniti depistaggi, da Peppino Impastato a Mauro Rostagno, alla recente prescrizione di Vito Badalamenti, in libertà, come premio per avere passato in latitanza il doppio degli anni (12) cui era stato condannato (6), viene una curiosità: dove sono ‘ste toghe rosse?. E un’altra: come possiamo fare “educazione alla legalità” e insegnare a rispettare le leggi se, guardandoci in giro, continuiamo a sbattere contro la spietata siciliana considerazione: “Cu avi dinari e amicizia teni nculu la giustizia” o, per dirla più pulita: “La furca è pi li poviri, la giustizia è pi li fissa” ?
(S.V.)
Il ricordo di Piazza della Loggia è legato a questa indimenticabile canzone di Claudio Lolli, scritta nel 1976
Piazza, bella piazza
ci passò una lepre pazza,
uno lo cucinò, uno se lo mangiò,
uno lo divorò, uno lo torturò,
uno lo scorticò, uno lo stritolò,
uno lo impiccò
e del mignolino ch’era il più piccino
più niente restò.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
Ci passarono dieci morti
i tacchi, e i legni degli ufficiali,
teste calve, politicanti
un metro e mezzo senza le ali,
ci passai con la barba lunga
per coprire le mie vergogne,
ci passai con i pugni in tasca
senza sassi per le carogne.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
Ci passò tutta una città
calda e tesa come un’anguilla,
si sentiva battere il cuore,
ci mancò solo una scintilla;
capivamo di essere tanti
capivamo di essere forti,
il problema era solamente
come farlo capire ai morti.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
E fu il giorno dello stupore
e fu il giorno dell’impotenza,
si sentiva battere il cuore,
di Leone avrei fatto senza,
si sentiva qualcuno urlare
“solo fischi per quei maiali,
siamo stanchi di ritrovarci
solamente a dei funerali”.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
Ci passarono le bandiere
un torrente di confusioni
in cui sentivo che rinasceva
l’energia dei miei giorni buoni,
ed eravamo davvero tanti,
eravamo davvero forti,
una sola contraddizione:
quella fila, quei dieci morti.