Palermo-23 maggio: Il CORTEO SIAMO NOI, LA PASSERELLA SIETE VOI
Ancora una volta non possiamo che annotare sul taccuino, come il 23 maggio diventa l’occasione per portare in strada la solita tiritera dell’antimafia istituzionale, ricca di ospiti, discorsi legalitari e censure vetero fasciste.
Era già accaduto qualche anno fa, nel 2009, quando addirittura alcuni docenti Cobas, che portavano ogni anno uno striscione “La Mafia ringrazia per la morte della scuola”, vennero strattonati, identificati e poi denunciati.
Ieri invece le manifestazioni, hanno avuto un altro risvolto, secondo noi ancora più preoccupante; gli studenti del liceo Cannizzaro e del Liceo Garibaldi, hanno osato portare al corteo due striscioni “provocatori”: sul primo c’era scritto “Non siete Stato voi, ma siete stati voi” e su quello del Cannizzaro c’era scritto “Il corteo siamo noi, la passerella siete voi“. Tutto è iniziato in via Notabartolo quando gli agenti della Digos si sono avvicinati allo spezzone studentesco chiedendo di levare i due striscioni.
I ragazzi si sono rifiutati ed a quel punto la Digos ha provveduto a sequestrarli: erano solo due striscioni che in modo ironico e civile volevano portare l’attenzione su un problema di cui spesso nessuno vuole parlare e cioè la separazione tra antimafia istituzionale e di facciata, che non deve essere disturbata dal suo ruolo e dalla sua funzione e l’antimafia sociale, che è giustizia sociale e riappropriazione dal basso dei quartieri e paesi, occupati dalla cultura mafiosa: a distanza di 25 anni da quel 1992 non è cambiato assolutamente niente. “Falcone era amato da tutti e lo stato ha fatto di tutto per proteggerlo e guai chi lo mette in dubbio”.
Nessuno tra tutti gli ospiti presenti, a meno di essere smentito, ha chiesto scusa a quegli studenti, coraggiosi e intrepidi; ricordo ancora quando dopo la morte di borsellino, la folla inferocita a stento fu trattenuta durante il passaggio dei rappresentanti istituzionali.
Non possiamo che sperare che una nuova stagione di ribellione antimafia possa di nuovo agitare la gattopardesca normalità siciliana.
Basta celebrare sempre degli eroi ma cominciamo a imparare dai ribelli che non vedrete mai alle commemorazioni, proprio come è accaduto ieri ai ragazzi dei due licei palermitani.
RADIO AUT PER L’ANTIMAFIA SOCIALE
Per correttezza riportiamo il testo del Collettivo Garibaldi pubblicato sulla pagina FB, in cui oltre a raccontare l’episodio viene fatta una sferzante considerazione su quella che oggi è l’antimafia, e di cui riportiamo interamente lo scritto:
STRISCIONI SEQUESTRATI DURANTE IL CORTEO PER FALCONE: LA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE DELL’ANTIMAFIA DI FACCIATA
Durante il corteo di commemorazione per il 25° anniversario dall’assassinio mafioso di Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, sono stati interdetti dalla partecipazione al corteo due gruppi di studenti che portavano con loro due striscioni.
Uno recitava “Non siete Stato voi, ma siete stati voi” (a opera del Collettivo Garibaldi) , l’altro “Il corteo siamo noi, la passerella siete voi” (a opera del Collettivo Cannizzaro).
Prima, i ragazzi e i relativi striscioni sono stati costretti a rimanere su un marciapiede; poi, quando i ragazzi hanno chiuso gli striscioni e si sono nuovamente uniti al corteo, con gli striscioni piegati e sotto il braccio, le forze dell’ordine hanno sequestrato lo striscione “Non siete Stato voi, ma siete stati voi”.
Non sorprende che tale azione avvenga in una manifestazione notoriamente frequentata da personaggi che poco hanno a che fare con l’antimafia vera, militante, e molto invece hanno a che fare con l’antimafia di facciata, quella che permette di fare carriera con un metodo di prevaricazione e raccomandazione che non è tanto lontano dalla mentalità mafiosa.
La mafia dell’antimafia, insomma.
Ed è proprio in questo contesto che si è consumato il fatto.
La libertà di espressione si ferma davanti alle manifestazioni imbevute di retorica.
Si ordina la chiusura degli striscioni per il timore di un’azione simbolica, di un exploit che poco avrebbe fatto piacere a livello mediatico ai cari professionisti dell’antimafia che, purtroppo, a scapito di quelli che l’antimafia nello Stato la fanno davvero, fanno passerelle e si pavoneggiano davanti il pubblico.
Una cosa sia chiara però: né un sequestro illeggittimo né le minacce delle forze dell’ordine fermeranno le manifestazioni contro coloro che prima hanno tramato contro Falcone, ne hanno per anni infangato la figura, e, soprattutto, tutto hanno fatto eccetto una cosa: combattere realmente il fenomeno mafioso attraverso il progresso sociale.
Non siete Stato voi,
ma siete stati voi.
Collettivo Garibaldi