Report dei Forum del 5 maggio
Report Forum 5 mattina – “Crisi del capitalismo tra moneta e lavoro”
Il Forum d’apertura del 5 mattina ha provato ad inquadrare l’attuale momento di crisi economico-sociale del sistema capitalistico, con particolare attenzione all’area europea ed alle politiche comunitarie legate alle questioni monetarie. L’intervento d’apertura di Alessandro D’Alessandro (CSP) si è concentrato sui legami strettissimi che intercorrono, in particolar modo oggi, tra la lotta alla mafia e la capacità di inserire le rivendicazioni per i diritti all’interno di un’analisi dell’attuale crisi del capitalismo. Guardando infatti alle analisi e alle esperienze di lotta che Peppino Impastato ed i suoi compagni hanno sviluppato negli anni della loro attività politica, il Forum ha rivendicato la propria specificità ormai decennale nella lettura dei fenomeni di resistenza allo sfruttamento e all’oppressione, tra cui spicca la questione delle logiche del dominio mafioso. Lidia Undiemi (Dottore di ricerca in Diritto dell’Economia, dei Trasporti e dell’Ambiente presso l’Università di Palermo) ha portato un notevole contributo di analisi e lettura delle recenti politiche europee in merito al Fondo salva Stati smascherandone la natura antidemocratica e antieconomica. In primo luogo non sarà un vero e proprio “fondo” ma una sorta di prestito che gli stati dovranno ripagare con tanto di interessi. In secondo luogo l’ESM si presenta come un ente sovranazionale che amministrerà denaro pubblico versato dagli stati membri ma che godrà di privilegi d’immunità e inviolabilità. L’ altro aspetto importante rilevato dalla dott.ssa Undiemi è stato la mancanza di trasparenza e la connivenza di tutti i partiti dell’alveo parlamentare che, pur millantando una dura opposizione al Governo Monti, in realtà votano compatti tutte le leggi liberticide e antisociali, tacendo ai propri elettori, pur conoscendole, le conseguenze.
L’ intervento di Luca Martinelli, operaio chimico della Sabo, ricollegandosi alla natura antisociale delle politiche economiche europee, ne ha evidenziato gli effetti nefasti sulla pelle dei lavoratori e sulle lotte sindacali. Punto importante sollevato da Martinelli basandosi sulle sue esperienze sindacali, è stata la perdità di identità di classe dei lavoratori e la mancanza di una organizzazione (sia essa sindacato o partito) in grado di unire i lavoratori in una lotta complessiva per la rivendicazione dei propri diritti.
L’ intervento di Alberto Lombardo, docente di Statistica all’ Università di Palermo, ha avuto come argomento una sintesi dei due interventi precedenti. Ponendo come assunto il fallimento di una Europa Unita che,invece di far progredire gli stati membri, ne ha depauperato le ricchezze economiche e sociali a vantaggio delle elites borghesi e capitalistiche, Lombardo ha dichiarato che il Sistema dell’ euro che garantisce impunità alle banche finanziarie e approva leggi anticostituzionali è identificabile come sistema mafioso.
Report Forum 5 pomeriggio – “Mafia antimafia e dintorni”
Il Forum pomeridiano ha tematizzato la questione mafiosa nelle sue determinazioni geografiche complesse ed articolate, provando a seguire gli intrecci tra nuovi equilibri della mafia al sud, estensione del dominio economico-sociale mafioso nel nord Italia e sfruttamento mafioso dei flussi migratori. Filo conduttore è stato il lungo itinerario dei depistaggi sui moltissimi delitti di mafia, attraverso le responsabilità del mondo dell’informazione e della magistratura. L’intervento di apertura di Salvo Vitale (associazione “Peppino Impastato”) ha cercato di fare il punto su quale possa essere una lotta antimafia genuina oggi, priva di compromissioni con settori della politica più o meno contaminati da logiche clientelari e realmente indipendente dall’attuale corsa al drenaggio di capitali pubblici nazionali e comunitari. Un’educazione all’antimafia è risultata essere necessariamente diversa, pur se non contrapposta, da una generica cultura della legalità, vessillo trasversale di buona parte del dibattito pubblico sulla mafia e spessissimo paradigma incapace di cogliere le contraddizioni interne al sistema economico, sociale, politico e culturale in cui viviamo. Il giornalista Rino Giacalone ha voluto identificare un filo rosso unico tra tutti i più eccellenti delitti di stampo mafioso perpetrati in Italia dal 1947 ad oggi, riconoscendo alla mafia il ruolo di strumento delle classi dominanti nella conduzione delle politiche interne all’area della Nato. In particolare ha rivolto la sua attenzione sui fenomeni mafiosi legati al territorio trapanese, a partire dalla strage della Casermetta dei Carabinieri di Alcamo e giungendo fino agli omicidi di Danilo Dolci e Mauro Rostagno. Attraverso gli interventi di Fernando Scarlata (Comitato “Peppino Impastato” di Brescia) e Stefania Pellegrini (Università di Bologna) ci si è spostati nell’ambito degli sviluppi delle mafie al nord d’Italia, provando a tracciare il bilancio – pur parziale – di un fenomeno in allarmante crescita e colpevolmente assente da buona parte del dibattito pubblico nazionale. Fuor da ogni stereotipo e luogo comune, tutt’altro che impostazione culturale o tara legata al sottosviluppo di alcune aree del Mezzogiorno italiano, la capacità di creare immensi profitti e la possibilità di investire capitali all’interno di mercati sempre più proiettati verso la più cieca finanziarizzazione conferiscono alle mafie un protagonismo mai così inattaccabile sul territorio nazionale ed internazionale.
Gli interventi dell’associazione Africalabria e di Valentina Caviglia (Comitato antirazzista Cobas di Palermo), insieme alla proiezione del video Oltrepassando il mare di Maurizio Marzolla (Campagna SOS Rosarno – Associazione Equosud), hanno tematizzato il ruolo dei migranti in Italia (e in Europa) attraverso il complesso intreccio di interessi legati alle cosche mafiose, ai potentati economici interessati all’abbassamento del costo del lavoro e dello standard minimo dei diritti dei lavoratori, ad ampie fette della politica locale e nazionale orientate a strumentalizzare ruoli e stereotipi sui migranti. Il recente caso di Rosarno è stato scelto come elemento paradigmatico per analizzare le diverse sfaccettature del rapporto tra mafia e sfruttamento del lavoro migrante nel Mezzogiorno mentre la risposta originatasi attraverso l’impegno territoriale di Africalabria, col suo dispiegare nei Gruppi d’acquisto solidale una sinergia pulita ed orizzontale tra produttori locali ed impiego legale di manodopera migrante, è risultata essere una delle più promettenti espressioni dell’antimafia sociale.
A questo link troverete il video di CreaTV sulla prima giornata del Forum.
2 risposte
[…] Dai compagni di CreaTV un completo reportage video sulla prima giornata del Forum Sociale Antimafia “Felicia e Peppino Impastato” 2012. […]
[…] Dai compagni di CreaTV un completo reportage video sulla prima giornata del Forum Sociale Antimafia “Felicia e Peppino Impastato” 2012. […]