Ricordando Fabrizio
Siamo arrivati a L’Aquila nel caldo Luglio del 2010, dopo infinite ore di treno che da Palermo ci avevano portati nella città devastata dal terremoto. Eravamo partiti per realizzare uno spettacolo di burattini insieme ai bambini aquilani e la nostra casa per alcuni giorni sarebbe stata Case Matte. Il primo volto che abbiamo intravisto, nel silenzio di una realtà ancora palesemente sofferente, è stato quello di Fabrizio. Parole poche, sguardi tanti. Ci ha squadrati e ha subito rivolto i pensieri agli spazi sommersi dall’erba, alle nostre tende da montare, alla logistica impossibile di un’ospitalità sacra. In pochi secondi, ignorando stanchezza e formalità, eravamo con lui a spostare gli ostacoli che impedivano una quotidianità (quasi) normale. Fianco a fianco i volti si sono moltiplicati, il sudore s’è tinto di sorrisi e del rude piacere di sentirsi già a casa. Per qualche giorno abbiamo abitato Case Matte, vissuto con i compagni, i bambini, i genitori. Fabrizio è stato presenza silenziosa e imprescindibile, un fratello maggiore che nel silenzio pesava esigenze e risposte concrete, senza mai condividere le preoccupazioni che di tanto in tanto si affacciavano sul suo volto. In disparte ha seguito lo spettacolo che si è tenuto in piazza. Lo ricorderemo per sempre così, volto silenzioso tra le parole frenetiche che ci circondavano in quel luglio. Ai compagni, agli amici, alla famiglia, alla città ancora da liberare, vanno l’abbraccio, il ricordo, la tristezza e il pianto di tutti coloro che in quelle splendide giornate hanno conosciuto Fabrizio. Qualcuno diceva che in fondo bisogna essere duri senza perdere la tenerezza, oggi abbiamo la consapevolezza che senza la sua dura tenerezza la nostra esperienza aquilana forse non sarebbe neppure cominciata.
Associazione Radio Aut