L’utilità sociale dei beni confiscati alla mafia
Per 4 anni, Casa 9 maggio (ex casa Badalamenti), il bene confiscato al boss di Cinisi, è stata utilizzata come presidio fisico del Forum Sociale Antimafia, consentendo ai militanti di vivere i locali come luogo d’incontro e di scambio, con la possibilità di ristorarsi. Il 7 maggio, il sindaco di Cinisi “a scoppolone” ha emesso un’ordinanza che pone il “divieto assoluto di pernottamento e/o ristorazione” nei suddetti locali, adducendo come principale motivazione che “la manifestazione ha ormai travalicato i limiti regionali, rappresentando simbolicamente un valore assoluto nella lotta alla mafia”. Oggi, 9 maggio, la Casa è luogo semideserto: pochi ragazzi, poca possibilità socializzazione, NZOMMA, quei pochi che siamo ci sentiamo quasi non parte di una stessa lotta. Possiamo, quindi, affermare che laddove entrano le istituzioni (l’ordinanza ha anche un valore politico, oltre che amministrativo) viene ostacolata qualsiasi forma di partecipazione antiborghese, massiva e popolare? In che cosa consiste, allora, l’utilità sociale dei beni confiscati alla mafia? A farci musei, presepi e caserme dei carabinieri?
I compagni e le compagne del Forum Sociale Antimafia
Il punto debole dei mafiosi è la Cultura. Il rinnovamento delle coscienze (o il risveglio o la scoperta della coscienza, in base ai casi) o anche il fatto che siano in molti e sempre più numerosi a pensare che la Sicilia, come tutto il sud Italia, non è condannata a restare “terra di mafia”, li spaventa e li mette in allarme. Non vogliono troppo rumore. Non se ne deve neanche parlare. In questa maniera la gente dimentica e continua ad abbassare lo sguardo. Ma restare uniti, dimostrare che non siamo come loro, che la nostra è un’altra vicenda, che la nostra reazione alle loro provocazioni non contempla un “conflitto esogeno” o uno strappo sociale incoerente con le finalità dell’agire collettivo. Non possono indurci a rassegnazione e rancore, scoraggiamento e impoverimento culturale. No, se si ha consapevolezza che esistono dei limiti oltre i quali tutto può crollare. Anche la mafia.