1978-2004. Mafia e antimafia a 26 anni
dall’assassinio di Peppino Impastato
A 26 anni dall’assassinio di Peppino Impastato rinnoviamo l’appuntamento del Forum sociale antimafia a lui intitolato per discutere dei problemi che abbiamo di fronte, socializzare le esperienze e dare un contributo a un progetto di futuro possibile.
Rivisiteremo la memoria, alla luce di nuove acquisizioni e per riaffermare le ragioni della resistenza antifascista che sono alla base della democrazia nel nostro Paese.
Parleremo dell’intreccio tra guerra e terrorismo che ha reso il mondo sempre più invivibile. Le mafie prosperano sull’intensificarsi dei traffici di droghe e di armi, sul riciclaggio del denaro sporco, favorito dal neoliberismo, sulle nuove schiavitù, sull’immigrazione clandestina che ha condannato circa mille persone a morire nelle acque dei nostri mari.
Metteremo a fuoco i temi dell’antimafia sociale, dall’uso dei beni confiscati al saccheggio del territorio, all’aggravarsi della precarietà e al sempre più massiccio ricorso al lavoro nero e sommerso.
Porteremo alla luce le forme che il fenomeno mafioso assume attualmente, rilanciando il dominio territoriale e allacciando legami con il potere, senza distinzione di colore politico ma con l’unico scopo di condizionare le decisioni e accaparrarsi il denaro pubblico.
In Italia è in atto una sorta di golpe, che affianca a una dissennata devoluzione il rafforzamento dei poteri del capo del governo, per dare vita a un regime blindato, che legalizza l’illegalità ed è sicuro dell’impunità, presidiato da un’informazione monopolizzata.
Il movimento che si è sviluppato in questi anni, da Seattle a Porto Alegre, da Genova a Firenze, da Parigi a Bombay, è la grande risorsa per contrastare guerre e terrorismi, difendere e diffondere la democrazia, costruire concrete alternative fondate sulla partecipazione e l’impegno di ciascuno. E non è un caso che buona parte di esso si riconosca nell’esempio di Peppino.