Forum Sociale Antimafia “Felicia e Peppino Impastato” 2008
Forum Sociale Antimafia
Felicia e Peppino Impastato
1978-2008: 30 anni dalla morte di Peppino
Il trentennale è l’occasione per riflettere su alcuni punti fermi che riguardano la storia di Peppino, le sue scelte politiche, le sue analisi, il suo progetto di mutamento sociale. Ciò è necessario poiché da alcuni anni sono in atto tentativi di mitizzazione, di sacralizzazione, di appropriazione e strumentalizzazione della sua immagine, da parte dei mezzi di informazione e di parti politiche che tendono a snaturarne il pensiero.
1. Peppino, ha attraversato il suo percorso politico in quelle formazioni della “sinistra rivoluzionaria” nate prima e dopo la contestazione del ’68, dai gruppi marxisti-leninisti alla campagna elettorale per il Manifesto, a Lotta continua, alla candidatura alle elezioni comunali come Democrazia Proletaria. La sua scelta del comunismo rifuggiva dalle dittature burocratiche del “socialismo reale” e si fondava sull’eguaglianza, il soddisfacimento collettivo dei bisogni, la partecipazione dal basso. Tutto questo viene drasticamente piallato o fortemente emarginato dall’iconografia affermatasi negli ultimi anni. Nascevano da queste scelte la polemica con il Pci nella stagione del “compromesso storico”, l’impegno a fianco dei contadini espropriati per l’ampliamento dell’aeroporto, degli edili disoccupati, con l’obiettivo di coniugare lotte sociali e impegno culturale e politico fuori e all’interno delle istituzioni.
2. L’analisi della mafia, intesa come modello di accumulazione e di interazione con tutti gli aspetti del potere, è stata il punto centrale di questo molteplice impegno, fatto di proposte, denunce, controinformazione, mobilitazione. Tutto ciò in netta opposizione con chi ritiene che la mafia sia soltanto un gruppo criminale o un generico comportamento, e che la lotta contro di essa non abbia valenza politica, non sia né di destra né di sinistra. Peppino fa parte di una storia che è quella della lotta di classe diretta dalle grandi forze della sinistra, dai Fasci siciliani alle lotte contadine degli anni ’50, un patrimonio in seguito disperso con l’adozione di una politica di cedimenti e di compromessi. L’esperienza di Peppino, troncata dalla violenza, rivive nelle analisi più serie e conseguenti della mafia e delle mafie, che mettono al centro la loro complessità e lo sviluppo di borghesie mafiose all’interno dei processi di globalizzazione neoliberista, nelle esperienze di movimento, dai Noglobal all’antimafia sociale, non certo nelle generiche manifestazioni di legalità formale e negli appelli a un’antimafia unanimistica.
3. In Sicilia e nell’intero Paese negli ultimi anni si è assistito al prevalere di forme di legalizzazione dell’illegalità, con l’affermarsi del cuffarismo e del berlusconismo, con il tentativo di cancellazione della matrice della Resistenza antifascista a fondamento della Costituzione repubblicana. Il centrosinistra si è dimostrato incapace di opporre un argine al dilagare del conservatorismo e all’inasprirsi dei problemi suscitati dalla precarizzazione e flessibilizzazione del lavoro. Occorre dare vita a politiche alternative non subalterne al mercato capitalistico e ai suoi dogmi della competitività a ogni costo e del successo con ogni mezzo, in un quadro internazionale in cui le logiche di dominio e i fanatismi identitari portano alla guerra permanente e alla diffusione dei terrorismi.
4. In questo contesto i tentativi di costruire nuove forme del fare politica, le esperienze di antimafia sociale (dalle lotte dei senzacasa di Palermo alle forme cooperativistiche per l’uso sociale dei beni confiscati, all’antiracket) debbono essere capaci di uscire dal minoritarismo e dalla logica della testimonianza, estendere il coinvolgimento dei movimenti, legando vari temi, dal lavoro all’ambiente: occorre costruire alleanze, valorizzare il pluralismo, creare cultura, a cominciare dalle scuole, darsi forme adeguate di comunicazione, in un clima, dominato dalle banalità del “pensiero unico” e dalla stupidificazione programmata delle televisioni omologate. E’necessario aprire una nuova stagione di scontro politico per la conquista della libertà del lavoro e delle idee contro l’uso spregiudicato del potere come strumento di sfruttamento e di ricatto per procurare consenso. La condanna e le dimissioni di Cuffaro pongono il problema del superamento di un sistema di potere e della costruzione di un’alternativa credibile sul piano sociale e politico.
5. Su questo terreno il Forum vuole continuare a costruire uno spazio d’incontro, d’analisi e di operatività tra i nuovi movimenti di lotta, le esperienze più significative del mondo religioso, della cooperazione internazionale, le organizzazioni che operano in varie parti del mondo, per dare vita a un progetto che unifichi le resistenze, coniughi la liberazione dalle mafie e la costruzione di una nuova società possibile, nel. nome di Peppino e sulla strada da lui indicata.
Promotori: Associazione Peppino Impastato-Casa Memoria di Cinisi, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato di Palermo, Associazione Radio Aut, Circolo Metropolis di Castellammare del Golfo.
Aderiscono: Libera, Arci Palermo.