HANNO MONTATO LE PARABOLE!!! di Fabio D’Alessandro
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo questo contributo di Fabio D’Alessandro del Comitato NO MUOS di Niscemi; un editoriale tutt’altro che remissivo dopo che le parabole sono state issate sulle torrette del cantiere MUOS di Niscemi. Non possiamo che raccogliere il suo appello e farlo nostro; sabato 1 marzo tutte e tutti saremo a Niscemi.
Fabio D’Alessandro, con la passione della fotografia ci regala anche questa bellissima foto notturna dell’impatto ambientale del MUOS, in tutta la sua bruttezza. Spesso le parole servono poco; le immagini sono più dirompenti di qualunque parola. (Elio Teresi)
HANNO MONTATO LE PARABOLE (di Fabio D’Alessandro)
“Hanno montato le parabole”.
Comincia così il nostro appello per la mobilitazione del primo marzo.
Comincia così perché sia chiaro a tutti cosa sta accadendo a Niscemi, sia chiaro che la lotta No Muos non si ferma nemmeno davanti a questo affronto.
Ancora una volta gli americani decidono di tirare la corda, tentando di dimostrare di poter fare ciò che vogliono impunemente. Un altro tassello si aggiunge alla militarizzazione della Sicila, un grosso tassello fatto di ferraglia e cavi.
Ma il movimento No Muos non sta solo lottando contro ferraglia e cavi, sappiamo che se una cosa si può montare certamente si potrà smontare. Noi lottiamo contro le intenzioni colonizzatrici degli Stati Uniti d’America, contro la trasformazione della Sicilia in “una naturale portaerei nel mediterraneo”, così come auspicato dall’ex ministro della difesa Mauro. Contro i droni, contro Sigonella, contro le frontiere militarizzate. Processi storici di ribellione non si esauriscono con un’installazione, il portato di una lotta va valutato non solo sui risultati raggiunti nell’immediato ma sulla capacità di incidere nel territorio su lungo termine.
Non è nostra intenzione portare ad esempio lotte passate o remote, valutarne i risultati. Se il percorso intrapreso contro il Muos dovesse esaurirsi con la sua installazione questo movimento sarebbe (stato) un fuoco di paglia. C’è il Muos, ci sono le 46 antenne, c’è una base, ma prima ancora c’è l’egemonia degli Stati Uniti nel territorio.
E soprattutto ci sono politici sempre pronti a prostrarsi a questa volontà bellica perenne. Le migliaia di parole spese contro le guerre, contro le basi militari, contro la logica dello sfruttamento sono parole universali, sempiterne. Almeno finché esisteranno guerre, basi militari e sfruttamento. Non siamo stati i primi e non saremmo nemmeno gli ultimi a difendere il territorio dalle speculazioni, siano esse finanziare o militari (ammesso che vi sia una differenza). E, se queste parole d’ordine ci precedono, non possono esaurirsi in atti amministrativi, in dichiarazioni d’intenti, in mozioni, in installazioni.
Se queste parole ci sopravvivranno sarà anche merito delle centinaia di compagni che ogni giorno si spendono per mantenere viva la lotta. Ecco perché torniamo a manifestare, perché la lotta non è finita!
Se gli Stati Uniti hanno costruito il Muos è perché riescono a guardare lontano, a cosa saranno le guerre di domani, di dopodomani. E allora, passato lo stordimento della sberla subita, dobbiamo dimostrare che anche i movimenti riescono a guardare avanti senza abbattersi davanti alle sconfitte.
“Non abbattiamoci, abbattiamole” recita ancora il volantino. Il primo marzo tutti a Niscemi, per un’altra (fondamentale) tappa del movimento.
Perché è necessario rispondere con ancora più forza a questo scempio, perché le idee sono più difficili da abbattere della ferraglia.
NO PASARAN
ORA E SEMPRE RESISTENZA
NO MUOS NO MAFIA