LAMPEDUSA INFESTIVAL “DI MUOS, DI TAV, DI MAFIA”
Arrivo a Lampedusa il 25, dopo una “sbroccata” di acqua a Punta Raisi ed una umidità dell’80/85 %; fuori mi aspettano Luca e Marzia, che mi accompagnano a posare il bagaglio alla Guiccia; il festival inizia alle 17,00 a Porta Lampedusa ribattezzata Porta D’Europa dopo l’inaugurazione dell’opera di Mimmo Palladino. Il programma di questa VI edizione è veramente accattivante; i documentari provengono da ogni parte del mondo e ormai il festival nel corso di questi anni si è ritagliato un angolo di Mediteraneo nel panorama dei piccoli festival indipendenti in tutto per tutto; è di pochi giorni fa la notizia che il collettivo Askavusa ha rinunciato al patrocinio ed al contributo del comune di Lampedusa e Linosa, perché tra qualche giorno il governo italiano promuoverà una rassegna culturale dal titolo SABIR, organizzata dall’Arci e patrocinata dal ministero dell’interno e dalla fondazione Open Society di SOROS.
Argomento di rottura, è: 1) la presenza a questo evento del governo italiano con Alfano e la Mogherini, di Martin Shultz e soprattutto il contributo ricevuto per l’evento dalla Fondazione Open Society di Soros; 2) la farsa del ricordo del 3 ottobre, dal momento che i veri responsabili delle stragi sono proprio i governi dal momento che le loro scelte di natura economica e militare portano i popoli a migrare a causa di guerre e povertà.
Questa scelta ha però avuto un effetto: gli organizzatori di Sabir sono un po’ in tilt; alcuni si sono dissociati e dimessi perché fare del 3 ottobre una occasione di speculazione politica e se vogliamo anche artistica, non è proprio il caso.
Fatta questa premessa, mi accorgo che la mattina ancora è lunga, mi passano a prendere Luca e Lorenzo e si va all’Isola dei Conigli per la presentazione del libro di Francesco Cavalli “Le Strade di Ilaria”; originale l’idea della mostra galleggiante “Sulla stessa barca” di Mauro Biani e quella dell’ombrellone “Coelum Nostrum” di Marco Pinna. La mattina vola via velocemente; al ritorno sul furgone siamo in 20/25 si va diritti al campeggio; c’è un sacco di gente da tutta Europa e non solo, Finlandia, Belgio, Francia, Senegal, Iran, Inghilterra, per non parlare dei tanti italiani che ogni anno ormai danno una mano per l’organizzazione. Ma in cucina comanda la Spagna, Miguel è un tipo che parla poco, ti fa fare gli assaggi e prepara dei condimenti che metterebbero ko un coccodrillo.
Rivedere Fabrizio, insolitamente rilassato prima di una conferenza mi fa veramente piacere; credo che abbia tenuto sessioni straordinarie sull’Open Society per almeno 4-5 giorni; è evidente che il marxismo non va mai in vacanza.
Dopo il pranzo, velocemente andiamo a prendere Fulvio Grimaldi e torniamo al Media Center dei Valdesi per preparare l’approccio alla conferenza; rivedo con piacere Giulio Palermo, il prof punkettone, con la maglietta NO MUOS; parliamo un po’ e tutti insieme chi a piedi, chi in bicicletta raggiungiamo l’Area Marina Protetta: ci accoglie all’ingresso la mostra di bozzetti di Francesco Piobbichi “Dietro Frontex”. Il banchetto viene allestito velocemente, credo si possa iniziare la sala è strapiena di gente, Fabrizio introduce, Giulio fa una dissertazione sulla Libia, Fulvio sulla militarizzazione del mediterraneo, io come al solito mi carico della tematica “Militarizzazione e Mafia” La gente ascolta con attenzione e partecipa al dibattito, il tempo vola velocemente, fuori è già buio, alla fine siamo soddisfatti, tutti. C’è tanta gente qui che non dorme molto durante il festival, tutto è veloce e ci sono tante cose da fare, ma l’allegria rivoluzionaria è contagiosa.
Alle 21,00 cominciano le proiezioni dei film in concorso in Piazza Castello; è già tutto pronto, il banchetto, lo spazio ristorazione, i carrettino dei gelati di Vito; tutto si svolge con molta tranquillità, le sedie non bastano, si va avanti fino alle 10,00 poi si proietta Partigiani del 2000, NO TAV NO MUOS i No delle Resistenze. A parte un piccolo guasto tecnico, il film procede spedito ed alla fine ritmi africani con i Super Griot, una band Italo-Senegalese travolgente, la cui esibizione è interrotta bruscamente dal brusio di alcuni soggetti infastiditi dalla musica. Si stacca la musica, si sistema tutto, e si può tornare a casa; questa di Lampedusa non è stata una tappa del NO MUOS NO MAFIA Tour, è stato un momento rilassante per ricordarsi che le resistenze sono diverse e questo Festival, grazie al lavoro del Collettivo Askavusa, ne racconta tante.
Grazie a tutti, a Giacomo Sferlazzo, O scià di questo festival, a Fabrizio, Daniela, Annamaria, Lorenzo, Luca, Alice, Annalisa, Damiano, Marzia, a tutti coloro che non ricordo ai compagni che ho rivisto, Giulio, Fulvio, Chiara, Giampiero Federica; non c’è modo migliore per ripartire che raccontare Lampedusa ed il suo Festival Resistente.
Ormai si parte e si torna insieme continuamente, speriamo di rivederci tutti, magari a Niscemi o a Cinisi tra qualche mese.
Hasta Luego companeros, la lotta continua!!!!
Elio Teresi
RADIO AUT PER L’ANTIMAFIA SOCIALE
A breve sarà pubblicato il reportage fotografico.