TORINO- 2GIUGNO: YES RUGBY, NO YANKEES
Nonostante i tanti pennivendoli che circolano nella nostra amata Italia, capita certe volte che lo sport, in questo caso il rugby, dia lezioni di coerenza e di rara saggezza.
Impazza in questi giorni la polemica in quel di Torino, per il rifiuto da parte della Dinamo Dora Rugby, di ospitare la squadra femminile della base NATO di Sigonella, in occasione della festa del Rugby Popolare di giorno 2 e 3 giugno, presso la città della Mole. Tale diniego ha scatenato una raffica di insulti sui social ma anche tanta solidarietà. La scelta coraggiosa è stata ampiamente motivata nel successivo comunicato stampa, che ribadiva l’importanza dello sport nel prendere posizioni chiare anche su argomenti scottanti. La base di Sigonella è la base più importante nel Mediterraneo per la Marina USA, da dove partono i droni killer e da cui dipende l’impianto MUOS di recente installazione a Niscemi, che tante proteste e lotte ha scatenato in questi ultimi anni.
Il comunicato pubblicato su Facebook, che noi riportiamo in calce al presente articolo, si conclude con una citazione gramsciana “Vivo, sono partigiano. Per questo odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
Ci sentiamo di esprimere tutta la nostra gratitudine a queste ragazze e ragazzi, con la speranza di poter dimostrare loro, una concreta solidarietà NO MUOS quanto prima possibile.
Che la festa abbia inizio!!!
“Urla forte contro il Muos che paura non ne hai, dalla Val di Susa all’Isola non ci fermerete mai.”
NO MUOS NO MAFIA
YANKEES GO HOME!!
RADIO AUT PER L’ANTIMAFIA SOCIALE
Questo il comunicato stampa:
Negli ultimi giorni ci siamo trovati al centro di un’aspra polemica legata alla nostra Festa del Rugby Popolare. Pochi giorni fa abbiamo infatti ricevuto la richiesta di una squadra femminile, la Sigonella Hoplite Rugby Club, che ci chiedeva di poter partecipare al torneo da noi organizzato. Incuriositi dal nome insolito, è stato facile scoprire che si trattava di una rappresentanza sportiva della base militare Nato di Sigonella, in Sicilia. Non abbiamo avuto alcun dubbio nel rispondere e abbiamo ribadito con poche frasi, scanzonate ma decise, l’incompatibilità dell’evento con soldati, militari e guerrafondai di ogni genere.
Sigonella è una tra le più importanti basi aeronautiche Nato, in Italia e nel Mediterraneo, che militarizza da sessant’anni un territorio a discapito della popolazione locale ed è coinvolta con un ruolo di primo piano nello sviluppo del progetto MUOS. Quest’ultimo consiste nella costruzione di un sistema di telecomunicazioni satellitari e radar che serve ad orientare gli aerei militari, ha un gravissimo impatto ambientale ed è gestito dal dipartimento della difesa statunitense. Storicamente la popolazione siciliana si è sempre opposta a questa presenza coatta con mobilitazioni popolari, non ultimo il Comitato No Muos. Le più recenti notizie riguardano la concessione della base per l’utilizzo di droni e aerei spia che serviranno in missioni di guerra.
Come Dynamo Dora Rugby abbiamo sempre sostenuto le lotte popolari. Abbiamo deciso di farlo partecipando a tornei, iniziative ed eventi legati ai valori che ci rispecchiano: l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo. Crediamo da sempre nei principi dell’autorganizzazione e della solidarietà, siamo al fianco delle lotte contro le ingiustizie sociali e appoggiamo fermamente il movimento contro l’alta velocità in Valsusa. Questi valori si concretizzano nella nostra idea di sport, che non vogliamo neutrale né indifferente, ma partigiano, radicato nella nostra idea di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Condividiamo questa prospettiva con una rete di realtà, squadre e palestre con cui tentiamo di dare corpo ogni giorno ad un’idea di sport differente.
Questo è il retroterra che ha motivato un rifiuto per noi ovvio, il quale ha suscitato sui social una canea che non ci aspettavamo. “Il rugby non divide, unisce sempre”, “lo sport è al di sopra delle questioni politiche”, questo è il tema ricorrente nei commenti di chi non ha condiviso la nostra scelta di escludere la partecipazione delle “sigonelle”: la squadra di rugby femminile della base Nato siciliana. Precisiamo: non abbiamo impedito a delle “ragazze come tutte le altre” di partecipare e rinnoviamo l’invito a chiunque, quale che sia la sua nazionalità. Abbiamo invece impedito la partecipazione di un gruppo militare, a cui rinnoviamo il nostro invito a lasciare il pianeta, in piena coerenza con l’ antimilitarismo che ci definisce. Se le soldatesse volessero rinunciare al loro incarico e rinnegare il loro mandato, saremmo incondizionatamente disponibili ad accoglierle festanti, abbracciarle e condividere il nostro barbecue e un bel momento di sport. Dubitiamo tuttavia che possa accadere… e allora ci spiace, ma non basta togliersi la divisa e infilarsi una maglietta da rugby per far finta di essere “solo delle ragazze che giocano a rugby”. Perché lo sport unisce, ma non può essere indifferente. Indifferente per esempio rispetto alla funzione della base di Sigonella. Troppo spesso si sente parlare a vanvera di una presunta neutralità del rugby, ci viene imposta la narrazione di uno sport specchio di una società priva di conflitti, in cui bisogna includere tutto e tutti, ma non la politica. Il nostro criterio invece è quello di unire attraverso contenuti forti, di viverli giornalmente negli spogliatoi, in campo e in città, anteponendoli anche alla competizione e al successo agonistico. Per due interi giorni la nostra pagina facebook è stata sistematicamente bombardata da critiche, insulti e attacchi verbali.
Ci teniamo innanzitutto a precisare che le dichiarazioni fatte non provengono dalla bocca del nostro allenatore ma da una squadra tutta, che ha deciso di organizzarsi orizzontalmente senza scale gerarchiche
Soffermiamoci un istante ad analizzare il tenore e la provenienza di questi commenti. Se ci sono stati alcuni rilievi genuini alla forma del nostro rifiuto, siamo stati perlopiù sommersi da invettive di chiara provenienza: insulti omofobi scritti in inglese da soldati delle basi, post infuriati di poliziotti mossi da spirito corporativo, messaggi privati che inneggiano al duce e candidati locali della lega nord che si proclamano candidamente nazionalsocialisti. Dulcis in fundo ci siamo imbattuti in un articolo di “alto giornalismo” contro l’intolleranza nel rugby, che paragona l’accaduto a un precedente episodio accaduto a Roma qualche anno fa, quando a un militante neofascista è stato impedito l’ingresso nel campo dell’ex Cinodromo occupato per disputare una partita. L’aspetto divertente è che l’autore dell’articolo in questione sia lo stesso fascista coinvolto nella vicenda, ed è inutile dire che ci riconosciamo nel gesto esemplare dei fratelli e delle sorelle degli All Reds, perché di certi rifiuti e certe scelte facciamo una bandiera.Rivendichiamo insomma pienamente i motivi della nostra decisione e rilanciamo questo comunicato, con cui abbiamo voluto prendere parola e chiarire la nostra posizione, invitando tutte le realtà rugbistiche a noi affini, ma più in generale il mondo dello sport popolare, partigiano e solidale, a condividerlo e a sostenerci.
È in questo spirito che chi vorrà condividere con noi due giornate di rugby e di festa è il benvenuto, il 2 e 3 giugno al Motovelodromo di Corso Casale.
Vivo, sono partigiano. Per questo odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Le giocatrici e i giocatori della Dynamo Dora Rugby
https://www.facebook.com/dynamodorarugby/posts/1524378910966597