Documento finale Forum Sociale Antimafia “Peppino e Felicia Impastato” 2005
Forum Sociale Impastato “Peppino e Felicia Impastato” 2005
Documento sui lavori dei Forum
Per il quarto anno il Forum ritorna a Cinisi, in occasione del 27° anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato. Sin dall’inizio abbiamo individuato e riproponiamo alcuni punti di riferimento, come base di analisi e di intervento nella lotta contro la mafia:
1) Il problema “mafia” nelle sue articolazioni (traffici di droga, commercio d’armi, controllo dell’economia legale e illegale e lavoro nero, traffico di organi, tratta di esseri umani, ecomafie ecc.), va considerato come settore fondamentale della globalizzazione neoliberista e dei suoi crimini e pertanto come specifica tematica nelle scelte di lotta del movimento no-global. Il sistema mondiale di controllo del capitalismo, in tutti i suoi settori di arricchimento e di imposizione dei propri metodi di produzione alle economie sottosviluppate, si configura come “sistema mafioso e mafiogeno”, più o meno mascherato da false parvenze di legalità. L’attuale mercato nero dei traffici di droga costutuisce la principale fonte di accumulazione dell’economia mafiosa: urge la promozione di politiche di legalizazione/liberalizzazione delle droghe leggere e di distribuzione controllata dell’eroina, nel rifiuto dell’attuale tendenza governativa di omologazione dei vari tipi di droga pesante e leggera.
2) L’informazione e la comunicazione sono legate ad un generale sistema di controllo in atto dei mass-media, con il fine di manipolare le coscienze, alla ricerca di un consenso che legittimi i loschi affari e i crimini di chi amministra le politiche nazionali e mondiali. In Italia questo problema assume aspetti gravissimi, per la concentrazione di quasi tutta l’informazione nelle mani di una sola persona, con forme di censura e di ricatto tipiche del fascismo. Tutto ciò procede con tecniche di criminalizzazione di qualsiasi dissenso, soprattutto nei confronti del movimento no-global e dei movimenti di protesta dei lavoratori. Con riferimento al lavoro politico di Peppino, occorre identificare e costruire strumenti alternativi di circolazione delle idee e delle notizie finalizzate al diritto all’autonomia del pensiero individuale, costriore una serie di reti locali tra realtà già esistenti e nuove di “controinformazione” anche attraverso l’uso dello strumento informatico, per tracciare il quadro delle speculazioni mafiose e gli organigrammi politici di controllo del potere, creare o identificare un centro di raccolta e di diffusione di dati e idee.
3) Gestione del territorio ed ecomafie: è necessaria una riappropriazione dal basso delle zone sotto il controllo mafioso. Gli organi istituzionali e le organizzazioni sociali locali, le associazioni civili, devono richiedere l’utilizzazione delle immense risorse confiscate alla mafia, sinora rimaste in gran parte inutilizzate, sulla base di progetti che creino lavoro ed economia alternativa. Individuare anche processi di riconversione ecologica, parallelamente al controllo della gestione delle discariche, alla gestione delle reti idriche, alla lotta all’abusivismo, alla denuncia di tutte le forme di devastazione del territorio, alla privatizzazione di vaste zone di demanio pubblico. Il problema dei senza casa va affrontato con specifiche politiche e proposte di restauro e riuso dell’edilizia abbandonata, non utilizzata o espropriata ai mafiosi, non esclusa l’occupazione di tali edifici, anziché con realizzazioni di selvagge cementificazioni e lottizzazioni. In tal senso il progettato ponte sullo stretto rappresenta la più grande elargizione governativa di miliardi che si vuole fare alla mafia. Stessa cosa con la recente trovata di mettere in vendita i monumenti o di dare in concessione per cento anni le nostre spiagge.
4) Scuola: è in atto una sistematica demolizione della scuola pubblica: la tanto sbandierata riforma Moratti affida enormi somme di denaro pubblico ai gestori delle scuole private, per consentire loro il controllo sui contenuti trasmessi dagli insegnanti e disporne eventualmente il licenziamento, nel caso di divergenze ideologiche o rifiuto di trasmissione del conformismo culturale. La scuola ritorna a sistemi di divisione classista, con la ghettizzazione degli studi di tipo professionale e offre ai “figli di papà” il conseguimento di risultati brillanti e abissali ignoranze, dietro esborso di denaro: penserà poi il sistema a preparare, con corsi di addestramento a pagamento, i quadri utili alla sua riproduzione. In questa scuola di futuri imbecilli, clonati ed omologati, scomparirà ogni momento di educazione alla legalità e all’antimafia, sinora garantito dalla scuola laica e di stato.
5) Il ruolo delle donne, a partire dalle esperienze storiche dei movimenti di lotta contro la mafia, ivi inclusa quella del “Collettivo Femminista” di Cinisi, e soprattutto dall’esempio di Felicia Impastato, si configura come momento di radicale rifiuto delle regole mafiose di controllo e di espropriazione dell’identità femminile. Pertanto le donne che hanno avviato una piena presa di coscienza costituiscono un soggetto sociale fortemente rivoluzionario nella costruzione di una società paritaria libera dallo sfruttamento, e nella scelta del rifiuto di essere cinghia di trasmissione dei valori mafiosi.Donne boss e donne di mafia pentite rappresentano il segno del cambiamento dei tempi. La via maestra per l’emancipazione e l’autonomia è quella del lavoro.
6) Legalità e lavoro: procede a grandi passi in tutta la Sicilia il processo leghista di smobilitazione delle strutture industriali. Il drastico ridimensionamento della Fiat di Termini, dell’Imesi di Carini, della Keller, le terribili condizioni di vita degli operai del petrolchimico di Gela, dell’ENichem di Priolo, della distilleria Bertolino sono alcuni esempi. La politica familistico-clientelare del governo Cuffaro progetta di fare della Sicilia una zona franca spalancata ai traffici illegali. L’attuale momento di scontro tra governo, padronato e lavoratori rappresenta, con riferimento alle iniziative di Peppino, (organizzazione degli edili, lotta per i disoccupati ecc.) molto più che in passato, una fase di ristrutturazione organica del capitalismo e di prevaricazione dei soggetti produttivi sfruttati più deboli. Il ripristino della legalità passa attraverso la denuncia delle forme diffuse di lavoro nero, (vero e proprio furto d’esistenza), spesso camuffate da precarizzazione e flessibilità. La lotta alla disoccupazione va organizzata con la promozione del lavoro autonomo, reso sicuro rispetto alle strategie malavitose di richieste di estorsioni dietro offerte di protezione. L’introduzione del salario sociale per i disoccupati è una proposta nella quale il Forum si riconosce, considerandola come momento necessario di sopravvivenza rispetto alle sopraffazioni del padronato e della mafia. Gli immigrati e i clandestini sottoposti a forme di sfruttamento bestiale, uomini uguali agli altri, con uguale diritto alla vita e al lavoro: in tal senso si esprime rifiuto e disgusto rispetto alle tendenze xenofobe e razziste dell’attuale linea governativa.
7) Il rifiuto delle guerre e del terrorismo non può non far considerare con ammirazione e condivisione la disperata lotta del popolo palestinese sottoposto alle brutalità degli israeliani. COndanniamo con fermezza l’uso strumentale e fuorviante dei mezzi d’informazione sulle bravate americane, prima in Afghanistan e poi in Iraq, sui crimini commessi nei confronti delle popolazioni inermi e sulla scientifica censura delle posizioni pacifiste. Il controllo dell’oppio e del petrolio nascondono, per una cricca di potenti, la volontà di essere padroni delle fonti d’energia, al fine di dominare il mondo, di istupidirlo e considerarlo come terreno di coltivazione dei propri affari legali e illegali. Il terrorismo è il risultato, in parte reale, in parte montato, dell’intervento militare americano al quale “i berluscones” si sono servilmente prestati, raccogliendo briciole, umiliazioni e morte.
8) Il tentativo di controllare politicamente la giustizia e distruggere l’autonomia della magistratura è un tassello del criminale disegno governativo di legalizzazione dell’illegalità e di privatizzazione del potere, tipica del modello di dominio mafioso e costituisce un contesto molto favorevole all’espansione della criminalità.
9) La Costituzione va difesa, rispetto al tentativo brutale di snaturarne l’essenza in senso autoritario, pertanto è necessario organizzare una nuova resistenza in difesa della democrazia.