Partinico: intitolate due strade a Peppino Impastato e a Danilo Dolci [di Salvo Vitale]
PARTINICO: INTITOLATE DUE STRADE A PEPPINO IMPASTATO E A DANILO DOLCI
(la delibera era pronta da quasi tre anni)
Finalmente ci siamo. Il 30-12 alle ore 10, dopo un momento d’incontro in Via Iannelli, luogo della prima abitazione di Danilo Dolci, sarà intitolata ufficialmente una strada al sociologo che scelse di vivere, lottare e morire in Sicilia. Il 5 gennaio, alla stessa ora, si scoprirà la lapide per un’altra intestazione, questa volta a Peppino Impastato. Si tratta di due vie alla periferia del paese: quella di Danilo è nei paraggi nei paraggi della distilleria Bertolino: vi si accede da una traversa di Viale dei Platani, anch’essa di nuova intitolazione, intestata a Turiddu Termini, un sindacalista che, con Danilo ebbe una stretta collaborazione, mentre quella di Peppino si trova all’uscita di Partinico, dopo il ponte, sulla via per S.Giuseppe Jato, ovvero è la traversa che porta al Liceo Scientifico. Le delibere risalgono al tempo della gestione del commissario straordinario Bonura, cioè circa tre anni fa, ma non sono mai state rese esecutive. Ci ha pensato invece il Partito della Rifondazione Comunista che, un anno fa ha fatto preparare delle lapidi con l’intestazione e le ha poste nelle strade indicate, con un atto provocatorio, che apparentemente sembrerebbe di disobbedienza civile, ma al quale, almeno per quella di Danilo, ha partecipato anche l’attuale sindaco. Tale sollecito, a un anno di distanza, è servito finalmente a sbloccare la situazione. La data della cerimonia sembra non sia stata scelta a caso, perché il 29-12 ricorre l’anniversario della morte di Danilo Dolci, mentre il 5-01 quello della nascita di Peppino Impastato. Partinico così , come hanno già fatto più di 500 altri comuni italiani, rende omaggio a un persona come Peppino, che ha impegnato la sua vita nella lotta contro la mafia, e a un’altra come Danilo, che ha messo a disposizione gran parte della sua vita per il riscatto delle popolazioni della Sicilia occidentale, e, particolarmente di Partinico, attraverso una serie di memorabili battaglie, da quella contro il connubio tra politici e mafiosi, a quella per il diritto al lavoro, all’istruzione, all’acqua, alla giusta informazione.
Peppino e Danilo:due personaggi con molti punti in comune, anche se tra di loro c’era una generazione di differenza: comune la ribellione alle ingiustizie, la denuncia attraverso i mezzi più poveri, dalle scritte murali alle proteste collettive, comune il rapporto con i ceti più bassi della società, contadini, muratori, diseredati, ma anche con gli intellettuali del tempo, comune l’attenzione al pensiero di Marx che, in entrambi si trasformava in progetto rivoluzionario, in Danilo attraverso scelte pacifiste e non violente, in Peppino attraverso l’organizzazione militante fuori comunque dai partiti politici istituzionalizzati. Comune soprattutto la convinzione che l’informazione è nelle mani di poche persone senza scrupoli che la usano come strumento di consenso politico, contribuendo, in modo spesso determinante, al formarsi di opinioni, giudizi, scelte politiche pilotate secondo le direttive che vengono trasmesse e spesso recepite passivamente dall’ascoltatore, mentre per contro la giusta informazione viene dal basso, si occupa dei problemi , dei drammi, della cultura, delle tradizioni appartenenti a una serie di persone alle quali non sono mai stati dati gli strumenti culturali per generare la propria emancipazione e la propria autonomia,. Nel 1970 Danilo diede vita , proprio a Partinico, alla prima radio libera, quando ancora era reato cercare di andare oltre il monopolio della RAI, mentre nel 1977 Peppino creò Radio Aut, uno strumento concepito essenzialmente per diffondere controinformazione e creare coscienze politiche “liberate”: due progetti che, nelle loro enunciazioni di principio hanno molti punti in comune e alla cui eredità ha cercato di ispirarsi Telejato.
Per quel che riguarda i rapporti tra Peppino e Partinico, va ricordato che egli vi frequentò il Liceo classico negli anni 60, quando vi insegnavano una serie di docenti che contribuirono alla formazione di diversi giovani, divenuti poi portatori di valori e idee esplose poi nel grande movimento del ’68. Per il resto fu molto intenso il rapporto con radio Onda Libera e con i gruppi della sinistra extraparlamentare che allora militavano nel Pdup e poi in Democrazia Proletaria.
(Salvo Vitale)
La foto raffigura Peppino e Danilo nel corso della “Marcia della protesta e della speranza”, organizzata da Danilo Dolci, per il riscatto delle popolazioni della valle del Belice, dello Jato e del Carboi: Peppino vi partecipò, scrivendo, per il giornale di Cinisi, “L’idea”, da lui fondato, un memorabile servizio.