Report forum “Acqua tra potere, mistificazione e resistenza”
Vi offriamo il report ufficiale del Forum “Acqua tra potere, mistificazione e resistenza” tenutosi a Cinisi l’8 Maggio.
Il forum pomeridiano, coordinato da Pino Dicevi (associazione “Peppino Impastato”), è stato dedicato all’acqua, ai rischi della privatizzazione, ai dissesti idrogeologici compiuti dalle società produttrici di acque minerali (vere e proprie mafie), agli interessi capitalistici in gioco e all’importanza della mobilitazione dal basso sia per riuscire a sensibilizzare sempre di più sull’importanza di questo tema, sia per raggiungere il quorum, oltre alla necessità di non fermarsi, ma continuare la lotta indipendentemente dall’esito referendario. Altro argomento importante è stato la mistificazione adottata dai politici – della maggioranza e dell’opposizione – nel trattare tali tematiche, approfittando della complicità di giornalisti e dell’ottusità derivante dal bombardamento mediatico che ormai trasforma milioni di parti di ciò che dovrebbe essere popolo in massa, attraverso l’ambiguità di linguaggio che maschera la disonestà di fondo dei rappresentanti del “popolo” italiano. Antonio Valassina (Medicina Democratica) è intervenuto su qualità dell’acqua e diritto alla salute, ricordando che l’acqua è un bene finito, assunto dal corpo anche tramite gli alimenti, considerando in particolare la presenza sul pianeta di acque dolci, che compone per il 65 % il corpo d’un essere umano adulto, importante per la crescita seppur perdendosi pian piano durante l’invecchiamento. Valassina ha inoltre riflettuto su come l’acqua venga anche utilizzata nella produzione di alimenti ed altro – in particolare una quantità eccessiva viene sprecata per le carni – e su come l’inquinamento interessi gran parte delle falde acquifere in suolo italiano e finisca necessariamente per colpire anche il mare, in cui vengono affondate anche navi di rifiuti tossici grazie anche alla collaborazione delle mafie locali, richiamando l’inchiesta di Andrea Palladino sull’argomento. Altro argomento il tentativo di costruire una mappa idrogeologica del paese. Lorella Lari (Forum Bergamasco Movimenti per l’Acqua) ha riferito di come il 50 % dei fatturati dei media provenga da società di acque minerali – non classificate come potabili come ricordato da Valassina nell’intervento precedente –, le quali contengono elementi, come sodio e calcio, in percentuali maggiori di quelle contenute nell’acqua potabile della rete idrica e sono altamente inquinanti, sia per quanto riguarda il trasporto da una parte all’altra del paese, sia per la plastica delle bottigliette. Un’altra riflessione ha ruotato intorno al fatto che le cosiddette bottiglie ecologiche siano semplicemente inesistenti e mera mistificazione delle società produttrici, spesso multate – per esempio la Rocchetta – per tali spot falsi, ma le multe son talmente irrisorie (dai 50000 ai 70000 euro) da non esserne poi tanto penalizzate. Inoltre la Lari ha tematizzato il fatto che le società non paghino praticamente quasi nulla dell’acqua pubblica pagata dai cittadini, oltre a danneggiare e prosciugare le falde acquifere in concessione – appropriandosi spesso delle falde acquifere pubbliche per mezzo di complicità della politica nazionale – e a produrre acqua con alte quantità di elementi nocivi per l’essere umano, tra cui l’arsenico (la San Pellegrino ne ha la più alta quantità). Le quantità segnate sulle etichette rappresentano dati vecchi di 3 o 4 anni, inoltre le concessioni di acque a privati sono perpetue. Margherita Ciervo (Comitato Pugliese Acqua Pubblica), nel suo intervento su “Potere e Mistificazione”, ha ragionato su come la privatizzazione del servizio idrico non sia un progetto esclusivo di questo governo, che l’ha semplicemente perfezionata, ma nasce con governi di centro-sinistra. Quel che accade con l’accesso all’acqua pubblica capita anche con altri beni comuni e la privatizzazione non è un problema esclusivamente italiano ed attuale, ma interessa quasi tutti i paesi e risale agli anni ’80, grazie all’apporto di Banca Mondiale, FMI e multinazionali responsabili delle privatizzazioni sia nei paesi industrializzati che non. Il tutto avviene a livello economico, tramite persone pagate per proporre tale modello all’interno dei paesi o interventi più diretti, e culturale: si veda il fatto che optiamo il più delle volte per l’acqua minerale al posto di quella del rubinetto. Gli stessi Forum Mondiali sull’acqua son guidati da esponenti di società d’acque minerali, in più quello del 2009 ha dichiarato l’accesso all’acqua non un diritto, bensì un bisogno, il che implica conseguenze non solo a livello giuridico. I fatturati di alcune grosse aziende son superiori al P.I.L. di parecchi paesi – non considerando solo quelli più poveri – e inoltre gli azionisti di tali società sono spesso società bancarie, assicurative, finanziarie e nucleari. La Banca Mondiale, in un rapporto del ’95, ha stabilito 8 modalità di privatizzazione: dalla più estrema, riguardante la privatizzazione di tutte le infrastrutture, alla più leggera, che prevede la totale privatizzazione delle concessioni. Il dibattito si è concluso, dopo numerosi interventi, con l’auspicio di non interrompere nessuna delle forme di lotta e sensibilizzazione fin qui condotta nel più totale isolamento mediatico; l’obiettivo è il raggiungimento del quorum e la vittoria su tutti i fronti referendari.
Una risposta
[…] Miliucci (Coordinamento Nazionale Antinucleare Salute-Ambiente-Energia). Ore 15.30-20.00 “Acqua tra potere,mistificazione e resistenze”. Coordina Pino Dicevi. Interventi di esponenti del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua: […]