Report Forum “Spazi sociali”
Forum Spazi sociali
6 Maggio – Pomeriggio
Questo primo forum ha avuto come argomento di discussione il rapporto complesso ed articolato tra gli spazi sociali ed il territorio. Per fare ciò si è provato a mettere in rete due realtà siciliane, due centri sociali che proprio nei mesi scorsi sono stati sgomberati dopo anni di lavoro politico e culturale nei rispettivi territori: il palermitano Laboratorio Zeta ed il catanese Experia. Perché la riflessione potesse poi arricchirsi e raggiungere una prospettiva politica più ampia e profonda, è stato proiettato un documentario autoprodotto sull’evoluzione della Lega Nord e sono intervenuti i due autori, Anna e Luigi, entrambi studenti nella città di Bologna.
L’intervento introduttivo di Nino, in un primo momento, ha sintetizzato l’esperienza del Laboratorio Zeta; un’esperienza ormai decennale che nel bene o nel male è stata segnata dallo sgombero degli ultimi mesi. Questo sgombero voleva essere la risposta violenta delle autorità ad un percorso fatto di aggregazione politica e sociale, di controcultura e di ospitalità nei confronti di rifugiati politici provenienti da vari paesi. Le motivazioni ufficiali erano legate all’assegnazione dello stabile ad un’associazione privata (l’associazione Aspasia) ma nei fatti si stava nuovamente riproponendo la consueta prassi della gestione privata dei fondi pubblici La risposta è stata una convinta opposizione ad un’ormai consolidata prassi affaristico-mafiosa; ne è nata una più “diffusa rete” di realtà ed iniziative, fino alla nuova rioccupazione del Laboratorio Zeta. Ancora Nino ha poi tentato di problematizzare il rapporto tra spazi sociali e territorio, andando oltre ogni stereotipo e proponendo di interpretare il territorio come uno “spazio complesso, abitato da molteplici attori ed attraversato da flussi”.
Successivamente si è proiettato Giussano, un documentario che testimonia l’autorappresentazione della Lega Nord, attraverso numerose interviste fatte a giovani militanti dello stesso partito. Ne è emersa un’immagine assai complessa del fenomeno leghista; oltre ogni mediatica e superficiale rappresentazione, la Lega Nord si propone come strumento di mobilitazione delle masse settentrionali, un’organizzazione capillare dei bisogni e delle istanze territoriali finalizzata alla conservazione dell’esistente. Per fare ciò si ostentano dialettiche post-ideologiche e si identifica nello straniero il pericolo reale e nella trasversalità politica l’arma principale di aggregazione. Parole d’ordine costantemente ribadite sono “identità padana”, “la nostra gente”, “storia locale” e “tradizione”, parole martellanti e confuse dietro cui si cela un preciso progetto di fascistizzazione (in chiave localistica) della società.
Luigi ha poi portato la testimonianza dell’Experia, centro sociale che per 17 anni ha lavorato in un quartiere popolare catanese e che nei mesi scorsi è stato, anch’esso, violentemente sgomberato. Anche in questo caso la risposta del quartiere è stata significativa e le iniziative di aggregazione politica e sociale si sono fino ad ora susseguite; la volontà è quella di proporre dinamiche di riqualificazione e di riappropriazione degli spazi e della stessa città, contro il degrado funzionale alla speculazione edilizia.
Il dibattito finale ha puntualizzato alcune questioni, provando a legare, con un unico filo interpretativo, fenomeni reazionari e di controllo del territorio come il neofascismo (e tra questi la Lega) e la Mafia. Si è poi dibattuto sulla necessità di sviluppare forme sempre più strette di coordinamento tra tutte le istanze cui i movimenti provano a dare risposta con l’aggregazione dal basso.