
E’ una settimana ricca di tensione quella che si avvia a conclusione nel Salento della pizzica e del sole: la sentenza del consiglio di stato ha respinto il ricorso della Regione Puglia e del Comune di Melendugno; è stata annullata la sentenza del Tar che bloccava i lavori di costruzione del Trans Adriatic Pipeline una delle tante grandi opere che dovrebbe portare il gas dell’Azeirbaijan fino all’Europa; ovviamente i fautori della legalità ( aziende, ministero e prefettura) hanno chiarito con una lettera che l’operazione di espianto degli ulivi è legittima e quindi hanno dato mandato alle f.d.o. di far rispettare la sentenza, avviando lo sradicamento di centinaia di millenarie piante di ulivo. Una moltitudine variegata di agricoltori, amministratori, cittadini e attivisti NO TAP da più di un mese presidiava i terreni interessati dagli espropri.

La sentenza però ha inasprito la lotta; i manifestanti hanno occupato i terreni per impedire l’accesso alle ruspe; come al solito però le autorità in un moto di legalitarismo quasi dittatoriale ha ordinato alle F.d.O. di rimuovere i blocchi caricando chi si opponeva con i propri corpi. A chi si riempie la bocca, giorno dopo giorno, della parola legalità, noi in modo testardo continuiamo a parlare di giustizia sociale e ci piace ribadire che la legalità senza giustizia sociale è Prepotenza; nel Salento quello che sta accadendo in questi giorni, è un atto arrogante che grida vendetta.

Il Salento ha una storia millenaria in cui l’ulivo rappresenta forse il simbolo più resistente che la sua storia ci ha tramandato; venne introdotto in quelle terre dai Fenici e la sua presenza è avvolta dal mito: si narra infatti che Athena Pallade donò l’ulivo agli ateniesi e tutto il salento eresse templi a Minerva ( nome romano con cui venne chiamata Athena); Otranto, Santa Maria di Leuca, San Cesario e la stessa Lecce conservano testimonianze indelebili dell’importanza dell’ulivo nella cultura e nella storia salentina.
Addirittura nell’antica Grecia chi sradicava un albero di ulivo, poteva essere messo a morte; oggi invece si pretenderebbe di assistere impotenti alla volontà del “Fato-TAP”; per fortuna la gente del Salento non si lascia intimidire e prosegue la lotta.

Aggiornamento 30 marzo: tutte le strade che collegano l’area del cantiere TAP con il paese di Melendugno, sono state bloccate con barricate di muretti, cassonetti e legname per impedire l’accesso alle ditte incaricate dell’espianto e del trasporto nel sito di stoccaggio.

Racconteremo nei prossimi giorni, come si evolve la situazione in Salento, per continuare a resistere, solidarizzando con i comitati salentini; nel frattempo non possiamo che auspicare un intervento degli dei.
RADIO AUT per L’ANTIMAFIA SOCIALE

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